La pubblicazione ha concluso e riassume un progetto di studio avviato nel 2015. Il progetto nato dalla volontà di acquisire nuove informazioni in merito alla produzione e alla circolazione della ceramica a partire dal medioevo, promuovendo ricognizioni e interventi di scavo all’interno nell’area del “Cocciaio”, quartiere produttivo del castello di Asciano.
Insomma ad Asciano si ritorna ancora una volta a parlare di archeologia, grazie a questo importante ritrovamento in pieno centro storico dei circa famosi 15.000 frammenti di ceramica, databili dal XIV al XIX secolo.
Tutto questo materiale è stato recuperato in fondo a due pozzi di butto comunicanti, individuati in una proprietà della Sig.ra Concetta Tinagli, proprio di fronte alla bellissima fonte quattrocentesca dell’antica Piazza del Grano. I pozzi di butto, scavati nella pietra friabile che contraddistingue il sottosuolo di Asciano, erano utilizzati in passato per lo smaltimento dei rifiuti, tra i quali resti di cibo e oggetti non più utilizzabili, come appunto la ceramica.
La scoperta come sopra detto è stata fatta nel 2015 da un team di archeologi e studiosi (Francesco Brogi, Edmondo Falaschi, Giovanni Maccherini, Elisa Rubegni), nell’ambito di un più ampio progetto di ricognizione del centro storico, avallato dall’Amministrazione Comunale di Asciano e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. L’intento del progetto, ancora in corso, è quello di censire il patrimonio archeologico per finalità non solo scientifiche ma anche di valorizzazione e tutela, integrando la Carta Archeologica del territorio di Asciano con nuovi dati.
Tra quella enorme mole di frammenti, sono stati individuati alcuni elementi di fondamentale importanza per la ricostruzione della tradizione ceramica ascianese, addirittura un boccale di maiolica medievale, unico per la concezione e per la raffigurazione di uno splendido volatile che si pulisce la zampetta.
Tutto ciò ha creato i presupposti necessari per la pianificazione di un dettagliato studio che è stato portato avanti negli spazi del Museo Palazzo Corboli, grazie al contributo dell’Amministrazione Comunale e al forte apporto e interessamento dell’Associazione ARCA. Negli scorsi mesi, il Museo ha visto gli archeologi ripulire, ricostruire e catalogare tutti quei reperti recuperati dal passato e restituiti alla popolazione di Asciano. C’è stato spazio anche per la sperimentazione delle più innovative tecniche di rilievo tridimensionale! Il tutto di fronte alla curiosità dei visitatori del Museo che in tanti si sono soffermati in quel laboratorio di ricerca, organizzato anche per i non addetti ai lavori: un laboratorio aperto alle domande (un open Lab, come lo abbiamo voluto chiamare) e alla voglia di sapere cosa c’è dietro alle quinte di una professione complessa e mai scontata come quella dell’archeologo.
Alcuni pezzi pregiati, le “maioliche ritrovate” databili al XIV-XV secolo, sono stati scelti per l’allestimento di una esposizione permanente nella stupenda sala di “Aristotele”, decorata da affreschi dello stesso periodo nei quali spicca la Virtù della Temperanza, che, guarda caso, tiene in mano un boccale simile ad uno dei nostri!
Ma quali sono le caratteristiche di queste maioliche? Innanzitutto presentano una superficie coperta da smalto bianco con decorazioni di colorazione verde e bruno ottenute mediante l’uso di ossidi di rame e manganese. Siccome appartengono alla tipologia più antica, introdotta in Toscana in epoca medievale, sono conosciute in ambito specialistico come “maioliche arcaiche.” Chi si cimenterà nella visita, avrà modo di ammirare quelle forme specifiche utilizzate per presentare a tavola le pietanze (scodelle, ciotole, catini), le bevande (boccali), spezie e condimenti (orcioli). Avrà inoltre modo di apprezzare come il gusto decorativo del vasellame rispecchi sia elementi affini allo stile propriamente senese,replica watches uk che caratteristiche più pertinenti all’area umbra, sottolineando la varietà di idee e stilemi che viaggiava lungo la strada lauretana e confluiva nell’importante centro di Asciano.
Nel 2018 i risultati ottenuti sono stati portati al “51° Convegno Internazionale della Ceramica” a Savona nei giorni 5-6 di ottobre; il libro è stato inoltre presentato al Museo Santa Maria della Scala di Siena il 25 ottobre con l’introduzione del dott. Marino Marini del Museo Nazionale del Bargello di Firenze, oltre che al Museo archeologico e dell’arte della Maremma di Grosseto l’8 dicembre.